Aller au contenu

Fichier:Occhiali stereoscopici - Museo scienza tecnologia Milano 12506 01.jpg

Le contenu de la page n’est pas pris en charge dans d’autres langues.
Un livre de Wikilivres.

Fichier d’origine (1 280 × 854 pixels, taille du fichier : 302 kio, type MIME : image/jpeg)

occhiali stereoscopici   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Auteur
Gengotti Franco (costruttore)
Titre
occhiali stereoscopici
Description
Italiano: Occhiali con montatura in cartoncino, senza stanghette laterali, di forma squadrata. Le lenti sono costituite da tre strati di film di policarbonato estruso. Due strati di policarbonato trasparente sono accoppiati con un film nel quale viene fuso un pigmento (rosso per la lente sinistra, verde per quella destra) in fase di creazione del policarbonato.
Funzione

Visione di immagini tridimensionali. Per una buona visione, lo scatto tridimensionale deve essere geometricamente e otticamente corretto e l'inchiostro da stampa deve avere la stessa lunghezza d'onda degli occhiali.

Notizie storico-critiche
La stereoscopia è una tecnica utilizzata soprattutto nel XIX secolo per ottenere l'illusione di un'immagine tridimensionale I primi studi moderni sulla visione stereoscopica si devono a Wheatstone il quale si accorse che due immagini dello stesso soggetto riprese da due punti di vista leggermente differenti, guardate attraverso un dispositivo che permetteva a ciascun occhio di vederne una sola delle due, venivano poi ricomposte dal cervello come se fosse una sola immagine ma come se fosse in tre dimensioni Nel 1849, David Brewster creò il primo visore stereoscopico: era costituito da una scatola con forma rastremata con due lenti dalla parte più stretta e l'immagine stereoscopica da quella opposta. All'interno un separatore permetteva ad ogni occhio di vedere una sola delle due immagini Una delle prime presentazioni in pubblico di questa tecnica (utilizzando dagherrotipi stereoscopici) si ebbe alla Great Exhibition nel 1851 Inizialmente, per ottenere le stereoscopie, venivano fatte due riprese dello stesso oggetto con un apparecchio che veniva spostato di qualche centimetro lungo una guida Successivamente vennero prodotti i primi apparecchi fotografici bioculari ovvero apparecchi con due obiettivi uguali montati affiancati che permettevano la ripresa simultanea delle due immagini (obiettivi stereo). Con l'introduzione delle macchine a soffietto anche gli apparecchi stereoscopici divennero portatili Le stereoscopie venivano poi guardate con appositi visori le cui lenti aiutavano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola (non si avevano più scatole con separatore in mezzo) Tra il 1850 e il 1870 vennero venduti migliaia di visori stereoscopici, anche economici, e milioni di stereoscopie, soprattutto di paesaggi, monumenti e ritratti Le riprese stereoscopiche furono soprattutto appannaggio di fotografi professionisti e meno di amatori Il commercio di immagini stereoscopiche di luoghi vicini e lontani e la moda dilagante fra le classi abbienti di collezionarne in grande quantità possono essere spiegati riconducendosi al desiderio di scoperta del mondo che caratterizza la seconda metà dell' '800 Nel 1933 venne creato dalla Tru-Vue Company di Rock Island un visore che utilizzava i rullini di pellicola 35mm in bianco e nero come supporto per le immagini stereoscopiche Ma fu il visore stereoscopico View-Master della la Sawyer's di Portland a ridare slancio, nel 1938, alla stereoscopia. Il View-Master utilizzava dischetti di cartoncino a supporto di 7 coppie di diapositive a colori da 16mm. Questo visore ottenne un successo crescente negli anni '40 e '50 e passò di mano fino ad essere acquisito dalla Mattel nel 1997 che lo produce ancora oggi come gioco per i bambini Nel 1952 venne mandata in onda la prima trasmissione televisiva stereoscopica convertendo in segnali elettromagnetici i film 3-D in bianco e nero. Il sistema utilizzato era quello dell'anaglifia, perciò gli spettatori dovevano essere dotati di appositi occhiali duo color per poter godere dell'effetto tridimensionale. Nel 1981 verranno effettuate trasmissioni a colori L'anaglifo è composto da due immagini stereoscopiche monocromatiche, ognuna composta con una dominante di un colore differente (comunemente rosso e blu) e stampate sovrapposte sul medesimo supporto. Queste immagini vengono poi osservate attraverso due filtri (dei due colori dominanti, rosso e blu) in modo tale che ciascun occhio veda solo una delle due immagini. Spesso questi due filtri sono montati su occhiali in cartone, a basso costo e, a volte, di bassa qualità. Il filtro blu permette all'occhio di vedere l'immagine a dominante rossa, viceversa il filtro rosso permette di vedere l'immagine a dominante blu. In questo modo ogni occhio vede la sua immagine che poi il cervello elabora ricreando l'illusione di tridimensionalità Questo sistema è anche utilizzato nel cinema tridimensionale perché permette di proiettare la pellicola 3D con un solo proiettore senza la necessità di averne due sincronizzati Oggi gli anaglifi vengono creati al computer con appositi programmi, partendo da coppie di immagini stereoscopiche Oggi esistono anche occhiali elettronici 3D a cristalli liquidi e visori digitali LCD. La nuova frontiera del 3D risiede nei monitor autostereoscopici, ancora in fase sperimentale, che consentirebbe la visione di immagini stereoscopiche senza l'ausilio di apparati esterni come occhialini o visori.
Date entre 2000 et 2009
date QS:P571,+2000-00-00T00:00:00Z/8,P1319,+2000-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+2009-00-00T00:00:00Z/9
Technique / matériaux plastica
Dimensions hauteur : 4 cm ; largeur : 105 cm
dimensions QS:P2048,4U174728
dimensions QS:P2049,105U174728
institution QS:P195,Q947082
Numéro d’inventaire
12506
Références
  • Gengotti F. (2008) Franco Gengotti : servizi e consulenze per la visione tridimensionale, Milan
Source / photographe Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Autorisation
(Réutilisation de ce fichier)
w:fr:Creative Commons
paternité partage à l’identique
Vous êtes libre :
  • de partager – de copier, distribuer et transmettre cette œuvre
  • d’adapter – de modifier cette œuvre
Sous les conditions suivantes :
  • paternité – Vous devez donner les informations appropriées concernant l'auteur, fournir un lien vers la licence et indiquer si des modifications ont été faites. Vous pouvez faire cela par tout moyen raisonnable, mais en aucune façon suggérant que l’auteur vous soutient ou approuve l’utilisation que vous en faites.
  • partage à l’identique – Si vous modifiez, transformez ou vous basez sur cet élément, vous devez distribuer votre contribution sous une [[ccorg:share-your-work/licensing-considerations/compatible-licenses
|license identique ou compatible]] à celle de l’original.






Légendes

Ajoutez en une ligne la description de ce que représente ce fichier

Éléments décrits dans ce fichier

dépeint

Historique du fichier

Cliquer sur une date et heure pour voir le fichier tel qu'il était à ce moment-là.

Date et heureVignetteDimensionsUtilisateurCommentaire
actuel21 mai 2016 à 14:03Vignette pour la version du 21 mai 2016 à 14:031 280 × 854 (302 kio)Federico Leva (WMIT){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, Manifattura, Artigianato | AUT1R = costruttore | AUT1N = Gengotti Franco | CMPD = 2009 | INV1N = 12506 | CTC = duo col...

La page suivante utilise ce fichier :

Métadonnées